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Customer Management & Compliance, una nuova prospettiva sul mercato e le terze parti.

  • massimilianoballes3
  • 30 set
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 1 ott


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L’esigenza di essere proattivamente conformi passa anche dal consolidamento progressivo di buone prassi del mondo Corporate (ambiente, responsabilità d’impresa, tutela del consumatore) finalizzate a favorire l’evoluzione verso la massima sostenibilità delle attività d’Impresa, come mezzo di partecipazione e rispetto della società civile.


Negli ultimi anni, normative come il D.lgs 231/2001 sul contrasto ai reati d’impresa, le disposizioni anticorruzione e le linee guida ESG hanno imposto alle aziende di sviluppare politiche interne, formare il personale e dotarsi di sistemi di risk management. Non si tratta soltanto di difendersi da sanzioni: la posta in gioco è la reputazione, un asset intangibile ma cruciale.


In questa prospettiva, la gestione delle relazioni con le terze parti – fornitori, partner e clienti – assume un valore strategico. Un fornitore che viola le norme ambientali o un cliente poco trasparente possono esporre l’impresa a rischi legali e reputazionali. Per questo il customer management deve includere controlli reputazionali e di conformità, capaci di andare oltre le semplici valutazioni quantitative.


Verificare la presenza di reati o sanzioni, accertare l’identità del titolare effettivo e monitorare eventuali collegamenti con soggetti a rischio diventa parte integrante del processo di onboarding e della gestione continuativa della controparte. L’obiettivo è individuare tempestivamente indicatori di rischio – i cosiddetti red flag – che potrebbero compromettere la solidità e l’affidabilità dei rapporti commerciali.


Un approccio efficace combina tre momenti: la prevalutazione iniziale tramite fonti indipendenti, il monitoraggio nel tempo di possibili variazioni critiche e, quando necessario, un’escalation con verifiche più approfondite. Questo metodo permette di far emergere situazioni spesso non visibili a prima vista, come strutture societarie opache, cambi frequenti di governance, contenziosi legali o esposizione mediatica negativa.



La responsabilità d’impresa – intesa nella sua accezione moderna e integrata – si traduce così nella capacità di valutare e selezionare controparti affidabili, poiché oggettivamente conformi ai principi di legalità, sostenibilità e buona governance. Un obiettivo che può essere raggiunto anche attraverso pochi controlli chiave, attuati con competenza, metodo e spirito critico.

 
 

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